Jago e Napoli: amore a prima vista

Chiesa di Sant'Aspreno ai Crociferi
Chiesa di Sant’Aspreno ai Crociferi

A Febbraio 2020 Jago ha lasciato New York, dove viveva da due anni, e si è trasferito a Napoli, dove ha aperto il suo studio. Il primo incontro tra i partenopei e la sua arte è avvenuto il 21 Dicembre 2019 con l’opera il “Figlio velato”. La scultura è stata donata alla città ed esposta in modo permanente all’interno della cappella dei Bianchi nel quartiere Sanità. Napoli ed in particolare la Sanità hanno letteralmente stregato il giovane scultore che considera la terra partenopea una terra fertile. Ogni luogo tira fuori una caratteristica e Jago come una spugna “assorbe” dal contesto che lo circonda e “restituisce” con le sue creazioni.

Il luogo scelto per il suo laboratorio è la chiesa di Sant’Aspreno ai Crociferi, per molti anni rimasta chiusa ed in stato di abbandono. Nella chiesa-laboratorio, situata all’ingresso del borgo dei Vergini, Jago ha già da mesi iniziato un nuovo progetto, la traduzione in marmo della sua Pietà contemporanea.

Il figlio velato

Il Figlio Velato è la prima opera donata da Jago alla città di Napoli. L’idea è nata nel 2017 ed è stata da subito accolta con entusiasmo da Luca Iavarone e Andrea Villiani. Nonostante ciò la sua realizzazione è avvenuta in live- streaming a New York. Il titolo ricorda un altro capolavoro custodito in città Il Cristo Velato.

Figlio velato nella cappella Bianchi
Figlio Velato

Nella sua opera, Jago, sostituisce alla figura di Cristo, quella di un bambino e cambia completamente il significato dell’opera del Sanmartino. Il suo bambino non si è sacrificato in modo volontario per la comunità, ma è vittima innocente. Dal marmo emerge la figura di un piccolo corpo velato, solo una mano, aperta e rivolta verso l’alto, resta scoperta in un gesto di speranza. L’opera è visibile all’interno della cappella Bianchi nella chiesa di San Severo fuori le mura.

Pietà

Tanti sono i curiosi che provano a sbirciare dalla serratura dello studio di Jago per vedere da vicino la realizzazione della sua nuova opera. Si tratta di una Pietà contemporanea, la rappresentazione di due corpi nudi, una donna abbandonata e sorretta da un uomo dal volto sofferente. Il modello è stato realizzato nello studio di Anagni, durante il periodo del primo lockdown. Nell’arco di un mese circa, date le condizioni di “reclusione”, Jago ha avuto la possibilità di realizzare il disegno, il bozzetto ed il modello. La somiglianza del volto maschile con quella dell’artista è dovuta dal fatto che l’unico mezzo a disposizione per fare uno studio d’espressione era uno specchio. Una particolarità della Pietà di Jago, è che la figura che «sostiene» è maschile e non femminile. Un dettaglio che lascia allo spettatore la giusta interpretazione. L’opera verrà esposta a Roma in una chiesa non lontana dal Quirinale.