San Gennaro martire cristiano morto nel 305 d.C. è tra Santi più famosi al mondo. Amato e venerato oltre che a Napoli, città dove sono custodite le sue reliquie, anche a Melbourne, Chicago, New York, New Orleans e tante altre città. Il numero dei suoi followers, oltre 25 milioni di devoti, è talmente alto da poter competere con i maggiori Influencer moderni. Famoso e anche molto ricco, infatti il suo tesoro è stato considerato superiore a quello della corona d’Inghilterra e dello zar di Russia.
Nascita del Tesoro di San Gennaro
Il tesoro di San Gennaro è un immenso patrimonio di opere d’arte donate e realizzate per il Santo, una collezione iniziata sette secoli fa arrivata intatta fino ai giorni nostri. La prima opera fu commissionata dagli Angioini in occasione del millenario del martirio del Santo. Si tratta di un busto reliquiario, contenente le ossa del cranio, in argento dorato e ornato con pietre preziose. Il busto è un’importante testimonianza dell’arte orafa del XIV secolo. Fu realizzato da maestranze francesi che lavoravano alla corte Angioina e che giunti a Napoli diedero avvio ad una scuola locale.
A distanza di pochissimi anni la regina Giovanna darà vita alla prima corporazione orafa al mondo, quella del Borgo Orefici. Il 98% degli oggetti del tesoro di San Gennaro sono stati creati da artisti e orafi appartenenti alla corporazione napoletana. Dal 2003 è possibile visitare molti di questi meravigliosi oggetti nel Museo del Tesoro di San Gennaro.
Gli argenti
L’argento è il vero protagonista del Tesoro di San Gennaro. Quella napoletana è infatti la collezione di argenti più importante al mondo, per riconoscergli questo valore basterebbe solo considerare i 54 busti reliquiari o leggere i nomi di alcuni autori di questi capolavori. Pissidi, calici, candelabri, piatti, ostensori, busti e statue a grandezza naturale realizzati da squadre di artisti: il pittore disegnava il bozzetto, lo scultore plasmava il modello e l’orafo terminava l’opera.
Tra i capolavori visibili nel Museo c’è una statua a grandezza naturale particolarmente amata dalle donne napoletane. Si tratta dell’opera del Tobiolo e l’Angelo in cui è raffigurato un racconto biblico tratto dal libro di Tobia. Nella scultura sono rappresentati i tre protagonisti: San Raffaele in abiti da pellegrino, il giovane Tobia e il pesce miracoloso. Quest’ultimo è legato ad un’antica tradizione secondo la quale le donne che baciano il pesce di San Raffale hanno fortuna in amore, usanza dalla quale proviene l’espressione napoletana “va’ a vasà ‘o pesce ‘e San Rafèle“.
Collana
L’opera che in assoluto desta più meraviglia ed emozione è la collana di San Gennaro. Commissionata nel 1679 dalla Deputazione inizialmente era formata solo da 13 maglie ovali snodabili, quelle situate nella parte superiore. Negli anni è stata arricchita da donazioni fatte da personaggi illustri come Carlo III di Borbone, Umberto II e perfino Giuseppe Napoleone Bonaparte. Diamanti, smeraldi, rubini ed altre pietre preziose incastonate con grande maestria. Ma non tutto è frutto di donazioni fatte da personaggi illustri. Tra le varie gioie c’è una coppia di orecchini che appartenevano ad una giovane popolana. Si trattava di una donna semplice, scampata dalla peste, che decise di ringraziare San Gennaro rinunciando all’unico bene di famiglia. Tale gesto fu considerato talmente nobile che la deputazione decise di inserire gli orecchini nella collana.
Mitra
Matteo Treglia è il nome del grande artista che ha realizzato in un solo anno la mitra di San Gennaro. Un manufatto eccezionale, unico nel suo genere, che pesa 18 kg ed ha ben 3964 pietre preziose. L’artista scelse di utilizzare solo tre tipi di pietre:
- i diamanti che simboleggiano la purezza, la fede e la forza
- i rubini che rappresentano la passione
- gli smeraldi per la perfezione
La difficoltà più grande per Matteo Treglia fu coniugare bellezza, eleganza e sicurezza, poiché la mitra doveva essere posizionata sul busto durante le processioni. Era quindi necessario non perdere neanche una pietra. Il risultato è stato al di sopra delle aspettative ed oggi la mitra di San Gennaro è ancora una delle opere più preziose al mondo.
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