Oltre Pompei ed Ercolano: siti archeologici vesuviani.

Oltre Pompei ed Ercolano, Villa Regina
Boscoreale, Villa Regina

Alle falde del Vesuvio esistono diverse realtà archeologiche oltre Pompei ed Ercolano. Molti sono i ritrovamenti che testimoniano una frequentazione di epoca romana, per lo più di ville di diversa destinazione che è possibile visitare, magari in concomitanza con i siti più noti.

La zona vesuviana e la valle del Sarno erano frequentate già da tempi più remoti. Sul finire del VII sec a.C. si assiste ad una vera e propria urbanizzazione, frutto dell’interazione tra genti di origine etrusca, genti indigene e di cultura magno-greca. Nuceria, Stabia, oltre che Pompei ed Ercolano, erano i centri urbani, ma intorno ad ognuno vi era un ager che vide fiorire un’intensa attività edilizia. Da un lato le colline fertili, dall’altro la costa e il mare determinarono una differenziazione sia degli edifici e delle finalità perseguite dai rispettivi proprietari, pertanto si parlerà di ville rustiche e ville d’otium.

Ville d’Otium

Strabone scrive che a partire dal II sec a. C. la Campania divenne la meta preferita del patriziato romano. Il golfo di Napoli, in particolare, gode di un clima salubre e di bellezze naturali che attirarono anche i membri delle famiglie imperiali: una costa smeralda dell’antichità. Luoghi dedicati all’otium, destinati al riposo fisico e spirituale, che per lo più si diffusero lungo la costa. Ville enormi dove ai settori residenziali fatte di stanze di soggiorno e di rappresentanza, spesso si associavano settori produttivi.

Alcune di queste ville avevano anche un collegamento diretto al mare, con terrazze e stanze panoramiche. Facevano parte del suburbio di città più grandi, come quelle di Oplontis o la villa dei Misteri che appartenevano a Pompei, oppure la villa dei Papiri che apparteneva ad Ercolano. Diversa era la situazione delle ville stabiane, in quanto nell’89 a.C. la città di Stabia fu distrutta da Silla: grazie alle innumerevoli fonti termali, si creò un agglomerato di ville patrizie di cui oggi conosciamo Villa Arianna, Villa San Marco e Villa del Pastore.

Ville rustiche

Oltre Pompei ed Ercolano esistono vile rustiche con ambienti per la produzione
Torcularium di Villa Regina

La zona collinare che circonda il Vesuvio presenta, sin dai tempi antichi, una spiccata fertilità. La terra è ricca di minerali grazie alla presenza del vulcano; se a questo si associa la presenza del Sarno da un lato e di aree asciutte e ventilate dall’altro si comprende l’uso agricolo che si fece anticamente dell’area interna. Molte furono le ville rustiche che sorsero nei dintorni del Vesuvio, sia a vocazione agricola che dedicate all’allevamento del bestiame. La zona era famosa per la produzione di vino ed olio, ma non mancano colture di cereali, legumi e frutta. Le ville rustiche erano di proprietà di un dominus che viveva in città, ma che periodicamente si recava nel fundus per gestirlo. Anche la parte interna dei monti Lattari, con i suoi ampi pianori, diede la possibilità di costituire diversi insediamenti agricoli. Qui sono stati documentate oltre 50 ville rustiche.

Gli edifici erano costituiti da:

  • una zona costituita da triclini, stanze di soggiorno e cubicola, detta pars urbana destinata al dominus e alla sua famiglia;
  • un’area destinata alla servitù detta pars rustica, costituita da alloggi e cucine;
  • una parte costituita da ambienti per la produzione, come celle vinarie, macine, torchi, l’aia e i depositi, chiamata pars fructaria.

Scavi archeologici visitabili.

Oltre Pompei ed Ercolano è possibile visitare alcuni dei complessi più interessanti dell’antichità. Si tratta per lo più di ville situate in territori amministrati dalle vicine città. È questo il caso della villa di Oplontis e quella di Boscoreale, detta villa Regina, entrambe sotto la giurisdizione di Pompei. Poco si sa, invece, dell’area stabiana, che dopo la distruzione dell’89 d.C., probabilmente entrò nell’orbita dell’ager nucerino. Qui vi sono Villa Arianna e Villa San Marco, mentre, dietro quest’ultima sono documentati (ma non visibili) i resti dell’insediamento urbano.

Villa di Oplontis: residenza imperiale di Poppea.

La meraviglia residenza è parzialmente nascosta sotto l’attuale abitato di Torre Annunziata. Una villa di grandi dimensioni, costituita da ambienti di rappresentanza e di soggiorno riccamente decorati; una piscina di grandi dimensioni con sale di soggiorno ai lati e un’area termale; sotto la coltre vulcanica si nasconderebbero ancora oggi terrazze digradanti verso il mare.

L'eleganza degli affreschi indicano una committenza ricca
Affreschi II stile dell’atrio della villa di Poppea

 L’eleganza delle pitture unite a ritrovamenti ben più precisi indicano una proprietà altolocata. L’ipotesi più accreditata è che si tratti della famiglia imperiale, forse legata a Poppea, seconda moglie di Nerone. Ne sarebbe testimone un graffito col nome di un personaggio della corte neroniana e il nome Secundus, impresso su un’anfora e su un piatto, schiavo della stessa Poppea. La damnatio memoriae con cui fu punita la cerchia neroniana non consente un’identificazione certa.

Villa Regina di Boscoreale.

Quella di Boscoreale è l’unico esempio di villa rustica che possiamo ammirare. Qui le sale di soggiorno si limitano ad un triclinio e qualche cubicolo: probabilmente la villa era frequentata sono in periodi dell’anno corrispondenti a determinate operazioni agricole. Gli ambienti rustici sono vari: vi è un torcularium, una cucina con latrina, un fienile e l’aia. La produzione principale è quella del vino e il cortile veniva usato come cella vinaria: qui sono stati trovati ben 18 dolia seminterrati usati per la fermentazione.

Ville di Stabia.

Le ville stabiane sorgevano sul pianoro di Varano che, ancora oggi, gode di una posizione privilegiata: il clima e le componenti paesaggistiche sono ottimali. La linea di costa era più arretrata da quella attuale, ma il mare non lambiva il pianoro. Tali ville avevano comunque rampe e scale che le mettevano in comunicazione con l’antica costa. Entrambe le ville visitabili sono state parzialmente scavate e non mostrano ambienti produttivi. Due le opzioni possibili: o la zona produttiva è tutt’oggi seppellita, oppure i proprietari possedevano terreni agricoli nell’entroterra. Una cosa è data per certa: la parte produttiva era necessaria al mantenimento della stesa residenza.

Villa Arianna è il risultato di due complessi e il nome è dovuto all’affresco che rappresenta Arianna abbandonata trovato nel triclinio. L’edificio si articola in diversi nuclei: quartiere dell’atrio, quartiere termale e relativi ambienti di servizio, l’area del peristilio e quella intorno al triclinio estivo. La complessa planimetria si sviluppa lungo il ciglio della collina sfruttando in maniera ottimale tutte le caratteristiche paesaggistiche del territorio.

Atrio servile di Villa San Marco

Villa San Marco è così chiamata per la presenza di una cappella presente nella zona all’avvio degli scavi. Presenta una planimetria ancora più articolata: sono visibili la zona termale, l’area servile con le cucine e le sale di rappresentanza. Completa il lussuoso complesso un giardino con vasca centrale: da un lato si apre verso il golfo di Napoli e dall’altro si chiude contro la collina con un’abside riccamente decorato.

Vieni a scoprire i segreti di degli scavi archeologici oltre Pompei ed Ercolano con noi, segui l’Eco delle Sirene su Youtube, Facebook e Instagram.