“Ogni anno il dopo il 2 novembre c’è l’usanza per i salernitani di accendere le luci”. Solitamente è questo il periodo dell’anno, infatti, in cui si sente parlare tanto di Salerno e delle sue Luci d’artista. L’iniziativa ha portato in città migliaia e migliaia di turisti impazienti di godere dell’atmosfera da sogno che si respira. Dopo 14 anni di lampadine e istallazioni colorate, questo sarà il primo senza le Luci d’artista. In compenso Eco delle Sirene accenderà per qualche settimana il suo riflettore sulla città e sui tesori nascosti sotto quel manto luminoso.
Breve storia della città
Molti la conoscono per il suo bel lungomare o per lo scenografico Castello Arechi che veglia dall’alto; ma la sua storia ha lasciato segni tangibili in tutto il suo centro storico e oltre. Salerno ha avuto un passato illustre che la vide capitale nel medioevo, centro culturale ed economico dei possedimenti prima longobardi, poi normanni.
Tutto ebbe inizio con i romani, una piccola città che si alimentava del suo porto e della sua terra intensamente fertile prese forma da un insediamento militare. Poi arrivò Arechi II che vi trasferì la corte longobarda e successivamente fu Roberto il Guiscardo a renderla normanna. Inglobata nel regno di Napoli, fu penalizzata nei secoli successivi dalla vicinanza con la capitale. Nonostante ciò mantenne il suo ruolo in ambito commerciale, economico e medico. In particolare era la sede della Scuola Medica Salernitana, prima istituzione medica d’Europa.
Si ritornerà a parlare di Salerno solo durante la seconda guerra mondiale. Infatti fu sede del governo italiano e capitale in attesa della liberazione del resto della penisola.
I tesori di Salerno
Nell’arco di secoli di storia affascinante Salerno si arricchisce di monumenti dal grande valore artistico ed é tutta da scoprire. Primo fra tutti c’è il meraviglioso Duomo di S. Matteo. La sua mole poderosa s’impone nel cuore del centro storico, custodendo tesori di ogni genere. Qui la storia ha convogliato diverse sepolture di grande valore artistico: da Margherita Durazzo, regina di Napoli sul finire del Trecento, a Papa Gregorio VII per culminare nella meravigliosa cripta seicentesca che custodisce le spoglie di S. Matteo.
Poco distante c’è l’antica Cappella di S. Pietro a Corte di pertinenza della residenza che Arechi II fece costruire in città. Di questa non restano che pochi indizi rintracciabili nelle costruzioni recenti. Non resta che girare per il centro storico e fare un minimo di attenzione per leggerli tra un palazzo e l’altro. Anche la cappella nasconde sotto di se un luogo ancor più antico: resti di un edificio termale di epoca romana. Questo é stato poi adattato nei secoli successivi a luogo di culto e sepoltura. Accanto sorge Palazzo Fruscione, bellissimo esempio di architettura civile che mostra ancora le decorazioni di derivazione normanna.
Ancor meno conosciuto é il Giardino della Minerva, uno dei più antichi orti botanici dalla struttura scenografica. É situato nella parte alta del centro storico, lontano dal caos della brulicante via dei Mercanti.
Gli interventi più recenti
Anche il passato più recente ha donato al centro storico di Salerno delle opere degne di nota. La sistemazione della zona costiera a più riprese ha impreziosito la citta con altri siti. Durante l’epoca fascista Salerno vide la costruzione del Palazzo di Città che fu sede del governo italiano di Salerno capitale. Poco distante fu realizzata la Villa Comunale, giardino ricco di esemplari vegetali e statue che omaggiano i patrioti italiani. Accanto ad essa sorse il Teatro Verdi in perfetto stile ottocentesco.
Negli ultimi anni anche qui ha fatto irruzione la street art. In particolare è protagonista del rione Fornelle, zona popolare che ha dato i natali ad Alfonso Gatto, scrittore e poeta locale. A lui e al suo rione sono dedicati murales realizzati nell’ambito di un progetto avviato dalla fondazione Gatto con lo scopo di far conoscere il cuore e l’identità del poeta e della stessa Salerno.
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