Street art a Napoli: tra bellezza e riscatto

La città partenopea ha sempre goduto di grande fermento artistico e così è anche oggi, epoca in cui l’arte non si fa solo nei musei e nelle gallerie. La street art a Napoli ha invaso le strade e le piazze della città ed in molti casi ha donato nuovo volto e nuova vita ad interi quartieri. Dal centro storico alla Sanità, dai quartieri Spagnoli alle periferie l’arte si ripropone di operare un vero e proprio riscatto.

L’arte urbana

Durante in Novecento le sperimentazioni artistiche condussero pittori e scultori ad utilizzare nuovi materiali: spray, cartoni adesivi, proiezioni video e stencil. Ad essi si aggiunse una dura polemica sui sistemi di promozione e diffusione artistica. Giovani artisti si ribellarono all’élite delle gallerie e iniziarono ad invadere le strade, appropriandosi di spazi pubblici e a dialogare con un pubblico molto più ampio che diversamente non avrebbe mai incontrato l’espressione artistica. Street art significa arte di tutti e per tutti. Nessuna forma artistica è mai stata più democratica sia per lo spettatore che per l’artista. Il primo non deve recarsi in un museo per poterne fruire, non deve pagare un biglietto. Gli basta passeggiare per le strade della sua città per ammirare le opere. Gli artisti non devono subordinarsi ai galleristi, non devono frequentare “certi giri” per farsi conoscere e riuscire ad esporre. Sceglie il suo muro e, con o senza l’approvazione del proprietario, agisce.

Illegale? Si, almeno fino a quando non se ne riconoscono i valori sociali ed estetici. È proprio quello che avviene sul finire del secolo scorso con il riconoscimento di alcuni artisti divenuti di fama mondiale.

Quanti di voi attendono la novità di Banksy o se ne vanno in giro per la città cercando le opere di Blub? Sono solo due dei nomi più famosi di esponenti di arte urbana, ma non gli unici. Ebbene, proprio Blub e Banksy sono i più famosi protagonisti della street art a Napoli.

Street art a Napoli

Street art a Napoli Carlo di Borbone, Blub

L’arte sa nuotare. Carlo di Borbone, Blub

In molte città, italiane e non, la street art è stata utilizzata per arricchire quartieri periferici ed anonimi. A Napoli non si limita alla periferia come abbiamo visto già con Jorit, ma anche il centro diventa il suo palcoscenico. Nel centro storico giorno dopo giorno si scoprono nuove opere. Le pareti dei palazzi nobiliari che spesso si mostrano “sgarrupate” fanno da supporto. La mescolanza tra antico e moderno, la stratificazione e le contraddizioni partenopee continuano a prendere forma sotto gli occhi inconsapevoli dei passanti. E così capita di attraversare un cardo dell’antica Neapolis ricco di botteghe artigianali e scorgere tra i pastori della tradizione settecentesca napoletana il volto di re Carlo annegato nell’acqua da Blub, artista per il quale “l’arte sa nuotare”. Oppure può succedere di ritrovarsi a gustare una pizza dal Presidente comodamente seduti ai tavolini in piazza Girolamini davanti alla “Madonna con la pistola” di Banksy.

Sanità e Quartieri Spagnoli: la street art a Napoli è sinonimo di riscatto

Rione Sanità

Napoli è grande e alcuni dei suoi quartieri hanno una fama poco edificante, legata alle difficoltà sociali di chi ci vive. Da qualche tempo gli stessi abitanti si sono ribellati al malaffare e, consapevoli dei tesori che gli alti edifici nascondono, hanno deciso di aprirsi al mondo e al turismo. La rinascita riparte dalla bellezza e dalla cultura popolare, vera ricchezza di ognuno di noi. Così nel rione Sanità i giovani del quartiere si riappropriano delle Catacombe di S. Gennaro da anni in stato di abbandono e le fanno rinascere. Le restituiscono alla città e ai turisti, ma soprattutto hanno creato occupazione per molti di loro. In alternativa avrebbero dovuto emigrare o, peggio, sarebbero stati facili prede per la criminalità.

street art a Napoli

Resis-Tiamo, Francisco Bosoletti

Al recupero del passato si è unita la rigenerazione urbana: varie associazioni locali, nate per assistere gli abitanti del quartiere, hanno promosso e finanziato diversi progetti di Arte Urbana. Francisco Bosoletti lavora sulla facciata laterale della chiesa principale e sull’ascensore comunale; Tono Cruz decora la facciata di un edificio privato e insieme a Mono Gonzales animano il Campanile della Chiesa di SS. Maria del Carmine.

Queste opere sono perfettamente integrate nel contesto ed insieme al patrimonio del passato hanno generato un via vai di turisti che fino ad una decina di anni fa si tenevano alla larga.

Quartieri Spagnoli

street art a Napoli

Totò, Mario Casti Farina

Stesso destino per i Quartieri Spagnoli in cui, nonostante fossero a ridosso della zona più frequentata della città, nessuno vi si inoltrava. A due passi da Via Toledo e Piazza del Plebiscito, i vicoli stretti erano ammirati solo da lontano. Oggi gli stessi abitanti hanno aperto piccole attività dedicate all’accoglienza turistica, b&b, bar e pizzerie. Lo stesso Bosoletti realizzò già nel 2017 la splendida Iside accanto al Maradona del 1990, di cui ne restaurò il volto. Intorno vari interventi di altri artisti hanno popolato la via e poco distante l’anno scorso è nato il Vico Totò. Iniziativa nata dal basso, messa in atto accanto alla sede di Foqus: una fondazione che offre al quartiere molteplici servizi: un asilo, doposcuola, un cinema all’aperto con bar e ristorante, oltre che dare ospitalità ad associazioni di quartiere e all’Accademia di Belle Arti di Napoli.

Pian piano in tutto il reticolato di vicoli e stradine sono comparse una moltitudine di opere. Artisti come Cyop&Kaf hanno dovuto realizzare una mappa per individuare tutti i loro interventi.

Non solo Napoli

Street art a Napoli è diventata sinonimo di rigenerazione urbana e in Campania sono vari i comuni che grazie ad essa sono rinati. Numerose sono le iniziative e le manifestazioni che ogni anno si organizzano. È il caso di Airola (BN) con il suo Festival “in the wall we trust” o di Bonito (AV) animato dal collettivo Boca: per l’occasione si invitano artisti provenienti da ogni parte del mondo. In pochi anni i murales hanno invaso i due piccoli centri ed oggi sono tanti i curiosi e turisti che vi si recano per ammirarli.
A Baronissi (SA) si svolge una manifestazione intitolata «Overline jam» durante la quale si abbellisce quello che altrimenti sarebbe un anonimo muro, posto ai piedi del convento francescano. Le opere restano visibili per un anno e poi ricoperte l’anno successivo.

A S. Valentino Torio (SA), nella frazione di Casatori, il progetto di street art rientra nell’ambito di una serie di iniziative volte alla valorizzazione dell’identità locale. Emozionante é poi la storia di Valogno dove una coppia, trasferitasi da Roma a causa della malattia del figlio, ritrova un paesino di montagna sfigurato dall’urbanizzazione degli anni ’80. Decidono allora di mettere su il progetto chiamato «I colori del grigio» per integrare quegli interventi anonimi al volto più antico ed autentico del borgo.

Street art a Salerno

C’è poi Salerno che ricorda molto il caso della street art a Napoli. In pieno centro esiste un rione popolare chiamato Fornelle. Nonostante le varie iniziative di promozione culturale che interessano la città, questo rione ne resta sempre al margine. Basti pensare che nemmeno le «luci d’artista» del periodo natalizio vi entrano.

street art a Napoli

Estasi di Dafne, Davide Brioschi

Nel 2015 la Fondazione Alfonso Gatto, dedicata al poeta e scrittore nato proprio nel rione Fornelle, organizza una manifestazione invitando artisti e writers. Lo scopo? Da un lato l’attuazione della rigenerazione urbana di un quartiere trascurato con palazzi in decadenza che fanno da supporto; dall’altro promuoverne la conoscenza delle sue opere agli stessi abitanti del rione. Oggi sui muri si leggono le poesie dell’”eroe» locale e pezzi di canzoni napoletane. Le facciate cieche mostrano i simboli più cari alla città e i volti delle stesse donne del quartiere che fiere accolgono turisti e visitatori.

La street art a Napoli e dintorni non è solo espressione artistica. È identità, riscatto, evoluzione e promozione. Per saperne di più segui il nostro canale Youtube e sui social Facebook e Instragram.