Una delle domande più frequenti che ci fanno è “qual è più bella, Ercolano o Pompei?”. Ma chiedere una cosa del genere ad una guida è come chiedere ad una madre quale dei suoi due figli preferisce.
In verità non esiste una risposta obiettiva a questa domanda. Ercolano e Pompei sono due facce della stessa medaglia. Entrambe scomparse durante la stessa catastrofe, ci parlano di quel momento storico in modo diverso.
Che differenza c’è tra Ercolano e Pompei?
Innanzitutto erano due città diverse. Ercolano era una piccola cittadina tranquilla dove gli abitanti probabilmente si conoscevano tra loro. Non era necessario tappezzare la città con manifesti elettorali e difatti vi è solo un’iscrizione nella zona indagata. Era affacciata sul mare e godeva di una vista privilegiata sul golfo; le sue case, anche se piccole, erano riccamente decorate. Per tali motivi in un primo momento fu interpretata come una città di villeggiatura della nobiltà romana. Inoltre, possedeva un piccolo molo che faceva da attracco per i pescatori locali.
Pompei è molto più grande. Le scritte elettorali abbondano e ogni candidato cerca di guadagnarsi l’appoggio di più elettori: le campagne elettorali erano spietate, spesso le iscrizioni si sovrappongono. Il commercio era il suo punto forte, incentivato dalla vicinanza di un porto fluviale situato nei pressi della foce del fiume Sarno. Queste strutture le davano la possibilità di aprire rotte commerciali sia verso il golfo, sia lungo il fiume che all’epoca era navigabile. Inoltre, la varietà di case mostra un’altrettanto varia società fatta da ricchi possidenti e umili commercianti.
L’Eruzione che nel 79 seppellì Ercolano e Pompei.
Ercolano si trova ad ovest del cratere del Vesuvio, ad una distanza di non più di 8 km, mentre Pompei è a sud ad una quindicina di km. La posizione fu determinante se si pensa che il giorno dell’eruzione Plinio ci racconta che vi erano venti che soffiavano da nord a sud: la colonna di ceneri, lapilli e pomici fu spinta soprattutto nella direzione di Pompei; ciò determinò una pioggia di lapilli in quantità maggiori rispetto ad Ercolano. Inoltre, intorno all’una del mattino la colonna collassò sprigionando flussi piroclastici che in prima battuta raggiunsero Ercolano. A Pompei le nubi ardenti arrivarono alle 7 del mattino seguente ed intanto la città era già parzialmente seppellita da ceneri e lapilli.
Posizioni diverse, conservazione diversa
Pompei si è conservata sotto 7-8 metri di materiale incoerente, che lasciandosi attraversare dall’ossigeno, non blocca la decomposizione degli elementi organici: legno, corpi umani e animali si sono decomposti nel tempo, lasciando la propria forma impressa nella cenere. Questo processo ha reso possibile trarre calchi di tutto ciò che si è decomposto e ha lasciato l’impronta. Famosi in tutto il mondo sono i calchi delle vittime, uomini ed animali: le loro posizioni lasciano intendere la sofferenza provata. Esistono, poi, calchi di porte, armadi e radici di piante che permettono ricostruzioni fedeli anche di orti e giardini.
Ercolano fu sepolta da oltre 25 metri di materiale che al contatto ha carbonizzato tutto, ma, raffreddandosi, si è trasformato in roccia. Tale processo ha determinato la conservazione di elementi che altrimenti si sarebbero decomposti, come il legno o i meravigliosi papiri dell’omonima villa. Qui non ci sono i calchi, i corpi si sono dissolti in un istante con il primo flusso piroclastico che raggiungeva 400/500°. Ad Ercolano si vedono gli scheletri con le bocche spalancate e la posizione del corpo completamente abbandonata: il tutto lascia dedurre una morte rapida, quasi non avvertita, come se si fossero addormentati di colpo.
Scavare ad Ercolano non era come scavare a Pompei
Ercolano fu scoperta per prima, nel 1710 mentre per Pompei dobbiamo aspettare il 1748. Nonostante i 38 anni di anticipo, a Pompei gli scavi ebbero una sorte più felice. Scavare tra cenere, lapilli e rocce e rimuovere 7-8 metri di materiale non è come scavare in 25 metri di pietra. Gli scavi procedettero sin dall’inizio più rapidamente a Pompei e la quantità di reperti recuperati in breve tempo rese la città ben più nota di Ercolano. Se a questo aggiungiamo lo sviluppo dell’abitato di Resina al di sopra dell’area archeologica che risale al medioevo, s’intendono tutte le difficoltà: motivi per i quali di Ercolano sono stati portati alla luce solo 4 ettari a fronte dei 45 di Pompei.
Conclusioni
Ad Ercolano sono visibili per lo più case ed ambienti destinati alla vita privata, la cui perfetta conservazione lascia intuire la ricchezza e l’eleganza. Il sito permette di toccare con mano l’intimità delle mura domestiche. Inoltre, le modalità di seppellimento hanno consentito una migliore conservazione rispetto a Pompei. A questo bisogna aggiungere la lentezza degli scavi furono incrementati solo durante il Novecento: ciò ha limitato la dispersione e garantito una conservazione in situ.
Pompei da la possibilità di comprendere la città nella sua interezza, fatta di luoghi pubblici e ville o case private, zone centrali e periferiche. Consente di entrare in contatto con la vita quotidiana e frenetica che si sviluppa lungo strade.
Pompei ed Ercolano insieme completano quel quadro meraviglioso distante 2000 anni da noi. L’una chiarisce i dubbi dell’altra e chissà quante altre informazioni nascondono ancora le zone seppellite, basti pensare alle ultimissime scoperte.
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