Ferdinando di Borbone e Maria Carolina d’Austria

I° parte

Ferdinando IV di Borbone e Maria Carolina d’Austria, un uomo ed una donna dai caratteri molto diversi che nel bene e nel male hanno regnato sul trono di Napoli uno accanto all’altro per tantissimi anni. Tanti sono i modi in cui sono stati definiti ed i racconti che li hanno visti protagonisti, poiché parlare di loro non stanca mai. Noi da oggi vi proponiamo una lettura, in tre puntate, di un testo teatrale rappresentato all’interno della Reggia di Caserta nell’autunno 2019. Il testo è stato scritto da Luigi Imperato e messo in scena dal Teatro Civico 14 di Caserta.

Due mondi a confronto

Ferdinando:  re a otto anni, abbandonato dal padre perché impegnato a occupare il trono di un altro Regno, cresciuto come un lazzarone sempre a caccia di animali e di avventure insieme ai suoi compagni di strada.

Carolina: una principessa cresciuta alla corte di Vienna, allevata per diventare regina,dai modi eleganti, raffinati, sofisticati,  esperta del mondo e della politica, iscritta alla massoneria.

Due mondi a confronto, due personalità esplosive il cui incontro è un innesco, due storie che ruotano intorno ai luoghi e a fatti della famiglia Borbone e del Regno di Napoli. 

Reggia di Caserta 20 dicembre 1798

Carolina

Tela di Gennaro Maldarelli in cui è rappresentato il momento in cui Carlo abdica a favore del figlio Ferdinando IV di Borbone, nel 1759.
Tela con l’Abdicazione di Carlo
a favore di Ferdinando – particolare

Eccolo là, è lui, il bambino ritratto in questa gigantesca tela. Era l’anno 1759, nove anni prima che i nostri destini si unissero. Suo padre Carlo di Borbone  stava per partire alla volta della penisola iberica, stava per diventare il nuovo Re di Spagna e lasciava al piccolo Ferdinando il Regno di Napoli. Re a otto anni, il mio re, mio marito. Ferdinando.

Ferdinando

Che io poi ci sono capitato per scambio sul quel trono. Una serie di casualità, vicissitudini, insomma…  malaciorta. E pure lei eh… che mica mi dovevo sposare proprio a lei, none…  io mi dovevo sposare, ‘a primma ‘a tutto, la sorella: Maria Giovanna! Sulo che poi bello e buono si è presa il vaiolo e…  pace all’anima sua.

Carolina

Ferdinando però se permetti…

Ferdinando

Quindi mi fu destinata quell’altra sorella, Maria Giuseppa. E vedi un poco che ti va a succedere? Ormai tutto era pronto, era già stata dichiarata festa nazionale, ‘e bomboniere erano già apparecchiate, gli invitati si erano quasi  messi pure  ‘o vestito bbuono… quando badabam… pure Maria Giuseppa si piglia il vaiolo… e requiescat in pace la seconda sorella. Ma che è ‘na strage?

Carolina

Ferdinando stai parlando dei miei congiunti, ti invito ad essere più…

Ferdinando

E non si arrendono, none!  Mi fanno sposare la terza scelta, Maria Carolina, eccola qua… Questa è più forte,  non si ammala e per fortuna, grazie a qualche invocazione a San Gennarino e ai miei sofisticati stratagemmi non mi ammalo manco io. Tanto quelli non si sarebbero mai arresi, potevano morire pure sei generazioni, non ci stava niente da fare; c’era un accordo e si doveva rispettare:  mio padre e quella chiattona di Maria Teresa D’Austria si erano messi in testa …

Carolina

Rispetto Ferdinando… Stai parlando di regnanti che hanno fatto la storia dell’Europa e che ora, per giunta, sono nella gloria dei Cieli. Ti invito al rispetto e a rassegnarti per una buona volta al tuo destino. Sei un re non un buffone.

Ferdinando

Uh… Carolina mi devi perdonare, ma tu la tiri troppo per le lunghe; per carità hai le tue ragioni, sei sofisticata, colta, elaborata… ma il popolo io lo conosco, il popolo tiene bisogno di qualcosa di più semplice, più diretto, più pane e puparuoli insomma.

Carolina

Fanno bene a chiamarti Re Nasone, Re Lazzarone, Re Pescivendolo ….

Ferdinando

None! Pescivendolo no, non mi ha mai attirato troppo il pesce. Io sono uomo di caccia non di pesca.

Carolina

Eh … come darti torto, la tua è stata una giovinezza completamente dedita alla caccia. Se potessi  far leggere in giro tutte le lettere che mi inviavi: quaglie, fagiani, cinghiali, cinghiali, fagiani, quaglie.

Ferdinando

E ma non è colpa mia, come ho detto prima, per l’appunto, io stesso ci sono andato per scambio su quel trono, nessuno se lo pensava. Il mio primo fratello era nu poco tuccatiello e quindi fuori uno. Poi quando morì mio zio, Re di Spagna, mio padre lo sostituì e si portò anche il secondo genito  in terras stranieras come suo erede. Fu solo allora che io, proprio io, terzo maschio di una caterva di figli,  mi ritrovai da un giorno all’altro, bello e buono,  re. Fino a quel momento niente, mi avevano lasciato in piena libertà da quando ero piccirillo: e io che dovevo fare?  Mi sono coltivato le mie passioni naturali. Carditello, Calabricito, Monticello della Piana, la Matalena, la Fagianeria di San Giovanni…

Carolina

Sei salito al trono a soli otto anni… avresti avuto tutto il tempo della reggenza del Tanucci per studiare da re.

Ferdinano

Eh … che c’entra… ormai il danno era fatto. Quello, si sa,  conta la primissima educazione che si da ai figli:  a otto anni ero già un re sprecato.  A te non ti hanno cresciuta come regina fin dalla culla?

Carolina

Certo che sì. La natura mi donò la bellezza e l’ingegno; imparai molte lingue, compreso latino e greco. Studiai lettere e filosofia e divenni spirito forte, spregiudicata. Insomma i risultati si vedono.

Ferdinando

Appunto. Quanto più mi aiuti a dicere, porti acqua al mio mulino. E infatti tu sei una grande regina, Maria Carolì…  sei la mia carissima mogliettina, compagna mia inseparabile, mia unica fonte di gioia e di piacere. Ed è per questo che io e te siamo inseparabili, io e te ci completiamo. Tu hai la raffinatezza della corte asburgica io tengo il fuoco del popolo partenopeo, sono un Borbone sì, ma so’ nato a Palazzo Reale, ‘o centro ‘e Napoli. E tu te lo stai dimenticando troppo spesso.

Carolina

Napoli, Napoli, Napoli, basta con queste romanticherie, è solo una città come un’altra.

Ferdinando

Ma non solo il centro della città, eh! Non ci dimentichiamo la bellezza e la fecondità

Carolina

Certo… non ci dimentichiamo tutte le campagne intorno, non sia mai… e sennò come fai ad esertcitare la tua insostituibile arte venatoria…

Ferdinando

Brava, ma lo vedi che sei una mogliettina perfetta? Vieni qua fatte da’ ‘nu vaso, mi conosci per filo e per segno. Ah … e non ti dimenticare di Caserta, e di San Leucio e…

Carolina

E chi se lo scorda. Le conosco a memoria le tue parole: “questa reggia è un’opera staordinaria, capace di competere con quella di Versailles,  è l’orgoglio dei Borbone, la dimostrazione architettonica della nostra forza, ne abbiamo curato la fattura in ogni minimo dettaglio,  il giardino inglese poi è la ciliegina sulla torta di re Ferdinando e di sua moglie Carolina”.

Ferdinando

Brava. Promossa. Ti meriti un altro bacio appassionato di tuo marito. Sono passati trent’anni ma ti voglio bene come il primo giorno Carulì.

Carolina

Eri un bambinone quando ti ho conosciuto e lo sei ancora adesso. Ma non pensare che con queste tenerezze mi fai cambiare idea.

Ferdinando

Uffà Carulì…

Carolina

Ti dà fastidio tornare sulla questione perché hai paura anche tu. Ammettilo.

Ferdinando

Puoi per un poco scordarti di essere la regina e fare la parte solo della mia cara mogliettina?

continua…

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