C’era una volta un re di nome Alfonso che s’innamoro perdutamente di Lucrezia, una bellissima fanciulla napoletana. Si conobbero durante una festa e tra loro fu amore a prima vista. La storia d’amore tra Alfonso d’Aragona e Lucrezia d’Alagno somiglia ad una favola, in cui i due amanti lottano per restare tutta la vita uno accanto all’altro. Purtroppo quello che manca è il lieto fine, il classico: “vissero tutti felici e contenti”.
Colpo di fulmine
Si narra che Lucrezia e Alfonso si conobbero il 23 Giugno del 1448, alla vigilia della festa di San Giovanni Battista. Per tradizione, in quel giorno, le fanciulle nubili offrivano una piantina d’orzo o di grano ai propri amati ed in cambio ricevevano un’offerta in denaro. Mentre il re passeggiava per il centro della città in compagnia di alcuni cortigiani, la bella e giovane Lucrezia decise di donare a lui la sua piantina. Alfonso, meravigliato del dono ricevuto ed affascinato dalla bellezza della fanciulla, le consegnò volentieri un sacchetto pieno di alfonsini, monete d’oro con impresso il volto del re. Lucrezia prese una sola moneta, restituì la borsetta al re ed avvicinandosi al suo orecchio gli sussurrò che a lei di “alfonsini” gliene bastava uno. Al suono di queste dolci parole, il re chiese il nome della fanciulla e l’accompagnò alla cerimonia nella chiesa di San Giovanni a mare.
La storia d’amore tra Alfonso e Lucrezia
Il rapporto tra Lucrezia e Alfonso divenne ogni giorno più intenso, si racconta che “…chi voleva alcuna grazia da lo Re andava da Madama Lucrezia“. Tanto intenso quanto casto, pare infatti che l’amore tra l’ormai cinquantenne Alfonso e la diciottenne Lucrezia fosse un sentimento esclusivamente platonico. I due s’incontravano spesso nella zona dell’attuale Torre del Greco, dove viveva Lucrezia e durante le lunghe passeggiate in riva al mare, immaginavano il momento in cui sarebbero riusciti a coronare con le nozze il loro amore. Il re, infatti era già sposato con Maria di Castiglia, rimasta a governare i domini Spagnoli.
Vani furono i tentativi fatti per svincolare Alfonso dal legame matrimoniale. Quando fu eletto come pontefice Callisto III, lontano parente di Lucrezia, la donzella si recò a Roma, per convincere il papa ad annullare il matrimonio di Alfonso e Maria. Fu accolta come una vera regina, ma nonostante ciò il papa non acconsentì alla richiesta fatta. Il re cercò di consolare la sua amata e Lucrezia che, anche senza matrimonio, fu considerata da tutti la regina di Napoli. Sedeva accanto al re, anche nelle cerimonie ufficiali, accumulò tante ricchezze e garantì una vita agiata alla sua famiglia. Nel frattempo l’unica speranza restava la morte di Maria di Castiglia, ma il primo a morire, tra i due consorti, fu Alfonso. Il 28 giugno del 1458, con la scomparsa del re, terminò anche la vita da favola di Lucrezia, che decise di lasciare per sempre la città di Napoli.
Arco di trionfo del Castel Nuovo
Il cosiddetto arco di trionfo di Alfonso è lo splendido monumento in marmo bianco posizionato tra due torri all’ingresso del Castel nuovo. L’opera commissionata da Alfonso, per celebrare il suo ingresso trionfale in città nel 1443, vide impegnati per la sua realizzazione i migliori scultori del tempo. Al centro dell’arco è rappresentato il corteo reale. Il re, raffigurato come un imperatore romano, siede in un carro con baldacchino, trainato da quattro cavalli. Dietro di lui compare il principe ereditario e i seguire baroni e nobili del regno. Il carro è preceduto da un gruppo di musicisti e da una donna che indossa un abito lungo, allegoria della vittoria. Questa figura nell’immaginario collettivo è stata identificata come Lucrezia, è romantico pensare che il re la fece scolpire nell’arco rendendo così la loro unione eterna.
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