Antiquarium di Pompei, uno scrigno di reperti unici.

Prima parte

Nell’Antiquarium di Pompei, inaugurato a Gennaio del 2021, sono esposti tantissimi reperti che raccontano la storia dell’antica città. Noi abbiamo selezionato alcuni di questi fantastici oggetti e vi aspettiamo per vedere insieme l’intera mostra.

Vasca in terracotta

Tra gli oggetti più particolari esposti nell’Antiquarium di Pompei vi è un semicupio in terracotta, una sorta di recipiente simile ad una vasca da bagno nella quale ci si immergeva stando seduti. La vasca è stata recuperata dalla protocasa del granduca Michele e risale al III secolo a.C.. Va ricordato che la cura del corpo era una pratica molto importante anticamente. L’usanza era di recarsi alle terme che potevano essere sia pubbliche che private. A Pompei in diverse dimore si sono trovate lussuose terme private, piccole oasi di relax utilizzate dai componenti della famiglia e dai loro ospiti.

Palle di pietra

Palle di catapulte lanciate durante la guerra sociale, nella quale Pompei insieme ad altre città italiche si ribellò alla prepotenza di Roma. Nell’89 a.C. durante il secondo anno di guerra la città venne assediata dall’esercito di Lucio Cornelio Silla. Un duro attacco fu sferrato lungo le mura nei pressi di porta Ercolano e porta Vesuvio. Ancora oggi sono visibili i segni lasciati sulle murature dalle grosse palle di pietra lanciate dalle catapulte. A seguito della sconfitta Pompei venne trasformata in una colonia romana col nome di Colonia Cornelia Veneria Pompeianorum.

Tintinnabula

Un oggetto che raffigura un uomo con un grosso fallo e dei campanelli appesi, cosa sarà mai?

Si tratta di un tintinnabula una sorta di scacciapensieri che si appendeva all’ingresso di casa o delle botteghe ed allontanava il malocchio. Il fallo anticamente era uno degli amuleti maggiormente utilizzati. La sua importanza derivava dal culto del dio della fertilità, Priapo. L’uso del simbolo fallico non si limitava solo ai tintinnabula ma era molto diffuso anche sotto forma di ciondoli, sculture, dipinti e oggettistica varia. La maggior parte di questi oggetti, ritrovati durante gli scavi del ‘700, è attualmente esposta nel gabinetto segreto del Museo Archeologico Nazionale di Napoli.

Insegna pubblicitaria

Quest’insegna ritrovata incastrata sul muro perimetrale di una casa apparteneva a uno structor, ossia un muratore pompeiano. Sull’insegna sono scolpiti gli strumenti del mestiere: cazzuola, filo a piombo, un’archipendolo, una picozza, un anfora e un fracasso. Oltre agli strumenti vi è anche un fallo apotropaico e la firma del capomastro Diogenes. Questo reperto non è l’unico esemplare ritrovato. L’usanza di esporre le insegne al di fuori di case e botteghe era infatti molto frequente a Pompei e passeggiando per il sito archeologico, con un po’ di attenzione, se ne possono vedere diverse ancora in situ.

Disegni di bambini

Tra le testimonianze più interessanti che ci dona il sito archeologico di Pompei ci sono gli innumerevoli graffiti fatti sui muri. Si è ritrovato di tutto: poesie, insulti, appunti, disegni, dediche, insomma era usanza comune imbrattare i muri. Nonostante il gran numero di graffiti lasciati sulle pareti, durante una visita al sito archeologico non è semplice individuarli. Per tale motivo è molto affascinante poterne vedere alcuni da vicino, come quelli che furono fatti nella casa del criptoportico, oggi esposti nell’Antiquarium di Pompei. Osservandolo si è subito colpiti dalle decorazioni dipinte in alto che rappresentano satiri, quadretti con nature morte e scene mitologiche, ma abbassando lo sguardo risaltano agli occhi dei disegni di animali e persone incisi sulla parete. Data l’altezza queste scene di caccia furono realizzate, molto probabilmente, da un piccolo artista che volle contribuire all’opera d’arte.

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