San Leucio: la Real Colonia e il sogno di Ferdinando IV

Uno dei progetti più ambiziosi avviati da Ferdinando IV fu quello della Colonia di San Leucio. Una cittadina che ruotava intorno alla produzione della preziosa seta che costituì il primo esperimento socialista mai attuato in Europa.

Prima della Colonia di San Leucio

Quando Carlo di Borbone acquistò i terreni necessari per la costruzione del suo meraviglioso palazzo casertano incluse anche il territorio situato a poco meno di 2km dalla zona della cascata. Questi terreni erano costituiti da boschi fitti ricchi di cacciagione che il re poteva sfruttare per le sue cacce.

Belvedere di San Leucio

Luigi Vanvitelli restaurò l’edificio preesistente, ormai fatiscente, che costituì il Casino reale. Successivamente affiancarono altre strutture tra le quali la Vaccheria. Per lo sviluppo di quella che sarà la Colonia serica bisogna attendere l’evento che sconvolse re Ferdinando IV: la morte del piccolo Carlo Tito. L’erede al trono era arrivato dopo le due sorelle maggiori e fu grazie a lui che Maria Carolina poté entrare di diritto nel Consiglio di reggenza. In questo modo alleggerì la pressione che aveva esercitato sul marito fino a quel momento.

Ferdinando si dedicò al suo amato figlioletto per ben 3 anni, ma il destino fu crudele. Nel 1778 si ammalò di vaiolo e il piccolo principe non ne uscì vivo. Il re, devastato dal triste evento e forte dell’operato di Maria Carolina che ormai governava per due, si ritirò nel Casino di caccia San Leucio.

Nascita di un sogno

Belvedere di San Leucio
Cortile del Belvedere di San Leucio

Le sue frequenti fughe a San Leucio consentirono al re di guardarsi bene intorno e mettere a punto un progetto davvero ambizioso. Nei pressi della residenza reale si erano riuniti artigiani che si occupavano di una lavorazione tradizionale: la seta. Abbiamo già ampliamente parlato del ruolo della manifatture borboniche sia dal punto di vista economico che culturale. Ferdinando, remore dell’operato del padre, volle dare il suo contributo alla storia.

Già nel 1776 il re aveva fatto trasferire la produzione dei veli nell’edificio della Vaccheria. Dopo la morte del figlioletto le fughe dalla mondanità e dalle responsabilità reali s’intensificarono. In tal modo si trovò a vivere a stretto contatto con gli artigiani locali e da quel momento prese forma il “sogno”.

Non solo Real Colonia San Leucio, ma Ferdinandopoli.

Il re decise di creare una vera e propria cittadina con diverse strutture utili alla vita quotidiana. Gli abitanti della cittadina di San Leucio erano gli artigiani della seta per i quali il re prevedeva diverse strutture: una scuola, degli alloggi, un ospedale, aree agricole ed ambienti destinati ai visitatori ed acquirenti di uno dei fiori all’occhiello delle manifatture borboniche, la seta.

Progetto di Ferdinandopoli

Furono realizzati i quartieri abitativi con case tutte uguali. Erano costituite da due piani con la zona notte al piano superiore, un piccolo cortile con stalla e un ambiente con telaio personale per poter realizzare sete anche per conto proprio. Furono adattati il Casino Baronale e quello Reale in funzione della formazione: nel primo fu realizzata la scuola con gli alloggi per maestre e direttori, stanze per a trattura, la filatura e la tintura della seta; il secondo ospitò la filanda, i filatoi e i telai. Le macchine erano alimentate ad energia idraulica proveniente dall’Acquedotto Carolino che tutt’oggi funziona ancora.

L’antica sala da ballo del Belvedere divenne la chiesa la comunità, mentre al re si riservarono solo poche stanze di cui oggi si può ammirare il bellissimo bagno di Maria Carolina.

Lo statuto della Real Colonia

Il re non ha pensato solo a strutture ed edifici, ma creò un progetto integrato per regolare l’intera vita della colonia. Mise a punto uno statuto ispirato ai modelli di socialismo illuminato, grazie al quale i coloni godevano di diversi benefici. Quella si San Leucio doveva essere una comunità basata sulla meritocrazia, chi lavora e s’impegna può ottenere risultati e miglioramenti del suo status. Anche l’idea delle case tutte uguali e fornite dalla corona rientravano in questo criterio. Si cancellava di fatto concetto di proprietà privata in quanto le case erano fornite dal re ed erano tutte uguali, evitando problemi di discriminazioni. Lo statuto, inoltre, prevedeva:

  • Formazione gratuita con scuole sia femminili che maschili
  • Parità di diritti tra uomini e donne
  • Orari di lavoro inferiori alla media europea
  • Assistenza sanitaria garantita per anziani e infermi
  • Dote delle donne ricevuta dal re in modo da non creare differenze sociali
  • Costituzione della Cassa di Carità: un fondo in cui i lavoratori versavano parte dei propri guadagni, utile a garantire i servizi a tutta la comunità.

Ferdinando IV non riuscì a mettere in atto il suo sogno, a causa dei subbugli creati dalla Rivoluzione Partenopea e, successivamente, dall’arrivo dei francesi. L’incompiutezza del progetto, però, non può annullare il merito del re di essere stato precursore dei tempi moderni.

Il complesso del Belvedere di San Leucio è aperto al pubblico e visitabile. Vieni a scoprirlo con noi e rivivi l’emozione di tempi antichi intrisi di modernità.