Napoli attraverso le “gouaches”, cartoline del passato

Nel XVII secolo Napoli era una delle mete preferite del Gran Tour e alcuni luoghi della città divennero noti in tutta Europa grazie a bellissime gouaches. Si trattava di dipinti realizzati con una particolare tecnica pittorica, definita in Italiano a guazzo, acquistati generalmente da stranieri in cerca di un ricordo da portare a casa, una funzione quindi simile alle ormai poco utilizzate cartoline.

Gouache con il borgo di Santa Lucia
Santa Lucia

Cos’è una Gouache?

Il termine francese gouache viene usato per indicare un dipinto realizzato con pittura a guazzo. I colori utilizzati hanno una composizione simile alle tempere ma l’effetto finale del dipinto si avvicina a quello ottenuto con la pittura a olio. Le origini della tecnica risalgono al XV secolo, i primi a sperimentarla furono i miniaturisti. Da quel momento iniziò ad essere utilizzata sempre di più soprattutto per la realizzazione di bozzetti preparatori delle opere ad olio. Il momento di massimo splendore sarà tra il ‘700 e ‘800, in concomitanza della diffusione dei viaggi e la moda del Gran Tour.

Gouache con la riviera di Chiaia e la villa reale, attuale villa comunale
Villa Reale e Riviera di Chiaia

Il Gran Tour e la diffusione delle Gouaches

Come abbiamo già anticipato nel XVII secolo Napoli fu una delle città maggiormente visitate durante il Gran Tour. La città partenopea era scelta per la ricchezza di monumenti artistici e archeologici, le bellezze naturali, i paesaggi mozzafiato e per il suo folclore. L’immagine della città ci viene raccontata attraverso i diari e gli epistolari dei tanti stranieri in visita, famosissime ad esempio sono alcune parole di Goethe e Stendhal:

Da quanto si dica, si narri, o si dipinga, Napoli supera tutto: la riva, la baia, il golfo, il Vesuvio, la città, le vicine campagne, i castelli, le passeggiate… Io scuso tutti coloro ai quali la vista di Napoli fa perdere i sensi! Goethe

Parto. Non dimenticherò né la via Toledo né tutti gli altri quartieri di Napoli; ai miei occhi è, senza nessun paragone, la città più bella dell’universo” Stendhal

Le bellezze partenopee non furono conosciute solo grazie alle testimonianze scritte ma anche tramite dipinti. Con la moda del Gran Tour aumentò la richiesta, infatti, di opere di piccolo formato che rappresentavano le immagini dei luoghi più caratteristici della città. Numerosi furono gli artisti forestieri che si trasferirono a Napoli e si specializzarono nella realizzazione di gouaches con paesaggi e vedute.

L’immagine di Napoli attraverso le gouaches

Gouache con l'immagine di Napoli vista dal Carmine, dipinta da Gioacchino la Pira
Napoli dal Carmine, Gioacchino La Pira

I luoghi scelti da rappresentare nelle gouaches erano quelli che maggiormente catturavano l’attenzione dei viaggiatori e che permettevano di realizzare dipinti accattivanti. Difficilmente venivano riprese strade interne della città, palazzi nobiliari e chiese. Tra i soggetti più diffusi ritroviamo la collina di Posillipo, Mergellina, la riviera di Chiaia con la Villa Reale, il borgo di Santa Lucia, largo palazzo, la zona portuale e via Marina con il Castello del Carmine. Questi luoghi divennero il simbolo dell’idea che gli stranieri avevano di Napoli, una città molto diversa da quella odierna. Tante infatti sono state le trasformazioni avvenute proprio in queste zone a partire da fine ‘700. L’importanza delle gouache dell’epoca quindi non è solo da un punto di vista artistico ma anche storico. Grazie a questi dipinti possiamo vedere le varie trasformazioni avvenute nei secoli e in alcuni casi come era l’aspetto di monumenti non più esistenti.

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